La rimozione delle radici cattoliche
Il deputato cattolico PD
Franco Monaco ha scritto al direttore di Avvenire a proposito dell'esclusione di una candidato dalle liste PD per le elezioni comunali di Bologna. La motivazione: 'ultracattolico' !
Monaco scrive : "Ho lavorato alla nascita
dell’Ulivo e alla Carta dei princìpi del Pd. Ci si proponeva di operare una
sintesi davvero nuova e originale tra laici e cattolici, tra le culture
politiche che hanno forgiato la storia italiana ed europea. Che è cosa diversa
dalla ignoranza o dalla rimozione delle radici. La 'rottamazione' (la parola
non mi impressiona) di un ceto politico estenuato era necessaria. Non si
rottamano invece la storia e le culture."
Il negare le proprie radici storiche
- come è stata
fatto anche per la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea - è
un'operazione che tende essenzialmente a limitare il loro influsso nel proprio
futuro. In Italia è da anni comune dire di un avversario politico molto ambiguo
che si comporta da 'democristiano'. Si dimentica però che come nel ventennio
anteguerra tutti gli italiani eravamo fascisti (ricordiamo la lettera di Norberto
Bobbio a Mussolini nel 1935), in quello del secondo dopo guerra tutti gli
italiani era democristiani (vedi il voto favorevole di Togliatti
all'inserimento del Concordato nella Costituzione).
Il 'compromesso estremo' è nelle profondità della
cultura storica italiana, come c'è anche la lotta continua contro di esso da
parte delle persone oneste di ogni schieramento politico ed ideologico.