Conosco da anni una signora estremamente gentile e dedicata alle opere di carità.
Ma a quelle vere: donne straniere in carcere, per esempio. Diverse volte, mi ha detto, quasi vergognandosene: non capisco la preghiera dei contemplativi. Dei religiosi che dedicano un paio di ore al giorno alla preghiera, pur avendo molte opere buone da fare. O delle suore di clausura, che fanno ruotare tutta la loro giornata intorno ai tempi della preghiera. Ed io sul momento non ho mai avuto il coraggio di iniziare con lei un discorso serio sul tema.
La preghiera di richiesta, per il credente, è comprensibile a molti. Ma quella di contemplazione?
Quella
nella quale il tempo non conta perché si è davanti a Dio Padre, o a Cristo
Crocefisso o allo Spirito Divino ?
Eppure tante persone dell’Occidente “cristiano” cercano in
Oriente, o nei movimenti New Age, forme di spiritualità, di elevazione dal
quotidiano verso l’assoluto.
Non verso il Dio cristiano, però. Quello che si è rivelato
nella storia dell’umanità come ci è raccontato nella Bibbia.