Nella nostra epoca scientifica e tecnologica,
si diffonde un
nuovo pensiero illuministico. “ Io non credo in nessun Dio delle religiosi
tradizionali, ma qualche cosa come una Forza non posso negarla”. Oppure:” Non
ho argomenti per negarne l’esistenza…” ma di fatto non gioca alcun ruolo nella (mia)
esistenza e nella (mia) condotta.
Quì sta il problema.
La visione scientifica del mondo (del
quale l'umanità fa parte, senza esserne più il vertice) ha soppiantato in molti
contemporanei il racconto biblico e le sue implicazioni religiose. In nome
della imparzialità cognitiva consideriamo il problema Dio da un punto di vista
filosofico, umanamente neutro quindi, non religioso.
Qualsiasi risultato finale di tale ricerca, esso non ci riscalda il cuore.
Se non sotto forma di nostalgie del tempo passato. Come
quando Umberto Eco, che proveniva dall’Azione Cattolica giovanile, andava anche
da anziano a visitare il presepio nella chiesa dei Francescani della sua
Alessandria.
Ma il Dio che ci scalda il cuore - e tutta l’esistenza - non è un principio filosofico.
Non è solo un assioma logicamente necessario per comprendere
il mondo. E’ anche questo; ma se resta solo questo non ci si può aspettarsi che sia
automatico per noi sentirlo vicino, venerarlo ed in definiva ri-amarlo
Solo attraverso la preghiera silenziosa e personale
possiamo forare questo 'velo di conoscenza' che la scienza ci impone, e chiedere a Lui direttamente di farsi capire, di coinvolgerci nella suo disegno sul mondo, nel suo essere nostra salvezza. Senza preghiera, nessuna religione.E senza religione la vita poterebbe diventare triste e grigia.