Sappiamo che il capodanno, come l’ultimo giorno dell’anno, è una data convenzionale.
Per secoli l’anno lo si faceva iniziare in molte città italiane il 25 marzo, Festa dell’Annunziata. I giorni e i mesi sono condizionati da cicli astronomici, come anche il ciclo annuale, ma siamo abituati fin dall’antichità a far terminare e a far iniziare l’anno ad una data convenzionale. Seppur legata ai solstizi, ma soprattutto legata al passare del tempo ed alla nostra crescita o de-crescita fisica, mentale, professionale… Al ciclo complessivo della nostra vita.
Insomma: è tempo di
bilanci ed ancor più di programmi.
E’ come quando narriamo
la storia: è sempre vista in prospettiva del futuro. Evitare gli errori,
prescriversi cambiamenti, sperare nel meglio.
Giacomo Leopardi nel 1830 scriveva nel “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere”:
Passeggere. Credete che sarà
felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si,
certo.
Passeggere. Come quest'anno
passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più,
illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro?
Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni
ultimi?
Venditore. Signor no, non mi
piacerebbe.
In fondo il Venditore ha un’attitudine ottimista, o almeno positiva. Vorrebbe che il prossimo anno fosse migliore di quelli che ha vissuto.
Ma io personalmente
aggiungerei alla sua (leopardiana) prospettiva quella di una finalità, di un
progetto di vita, che dipende anche da me. Anche nella sua sostanza dipende
solo da me e dal Padre che ci attende alla fine del percorso.
Un anno migliore nel
senso che mi avvicinerà al mio fine di crescere in umanità, in comprensione
degli altri, nella trascendenza dei miei interessi immediati.
Vorrei che quelle che mi succederà e che io farò succedere mi avvicinasse ad un altro testo ‘classico’,
il capitolo 5 del Vangelo di Matteo (che possiamo far risalire alla fine del I
secolo):
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di
pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per
la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.