Il 4 giugno ci siamo svegliati con un nuovo attentato terroristico a Londra.
Roba da poco: pochi morti e terroristi subito abbattuti.
Leggendo i giornali dello stesso giorno abbiamo letto anche di quante persone
sono morte di violenza nel mondo. Anzi,
per il mondo globalizzato i morti di Londra sono poca cosa in sé.
Il fatto che siano nel Regno Unito non accresce l’importanza
delle vittime, ma ci rende cosciente che uno degli stati meglio organizzati e
più democratico del mondo non è indenne. Come quando nei secoli passati anche i
re morivano di peste o di colera: nessuno era immune.
Il terrorismo ci rivela tutta la violenza sulla quale è flottante la nostra sicurezza
occidentale economica e politica. Occidentali che
non sappiamo trovare un mezzo ‘tecnico’ per fermarla. Anzi continuiamo a
produrre e vendere armi ed ad immettere strumenti di violenza nel braciere
sotterraneo.
Le comunità religiose e di pensiero devono pensare a
soluzioni culturali a medio e lungo termine, mentre gli stati devono trovare
una soluzione immediata. Giusto !
Ma dobbiamo coordinare i due sistemi: sviluppare sistemi
culturali che a priori non facciano violenza a nessuno ed accettare QUINDI di ridurre il nostro livello e stile di
vita in favore di una civiltà più inclusiva.