Su Il Sole 24 Ore di
domenica 21 maggio, Marco Valsania da New York scrive: ‘Le forniture militari
raggiungono i 110 miliardi – sistemi di missili, vascelli, cybersicurezza – con
la possibilità di altri 350 miliardi in dieci anni di ulteriori collaborazioni
‘. Seguono poi altri elenchi impressionanti di miliardi di transazioni
commerciali, reciproci investimenti in infrastrutture, cooperazioni
finanziarie. Lo stesso giorno sulla La Stampa Maurizio
Molinari: ‘La rielezione di Hassan Rohani
in Iran e l’arrivo di Donald Trump in Arabia Saudita segnano l’inizio di una
nuova fase del duello Teheran-Riad per l’egemonia in Medio Oriente con un
brusco rovesciamento dell’equilibrio di forze fra sciiti e sunniti.’
Per chi ha seguito negli ultimi mesi, ed anni,
la travagliata guerra diffusa in Medio Oriente non sono buone notizie.
Soprattutto se si consideriamo anche la presenza
sullo scacchiere di altri giocatori come Puntin ed Erdogan
Non
abbiamo soldi per fermare a casa loro le centinaia di migliaia di ‘migranti del
Mediterraneo’, ma li troviamo per armarci gli uni contro gli altri.
Non ho le
competenze per tracciare una Road Map for Peace , ma i
risultati che vediamo ogni giorno rendono evidente che i mezzi usati dai nostri
governanti non sono quelli giusti. Se dai frutti (buoni) si giudica la bontà
degli atti…
E’ però il nostro sistema internazionale che è
in gioco ed il nostro benessere è basato sui frutti di questo sistema.
Per questo
non osiamo metterlo in discussione seriamente.
Per poter
aver ancora – e nonostante tutto - il PIL individuale italiano a
30.000 $ (e quello degli USA a 55.000) è necessario che nulla cambi veramente.
E se gli Eritrei sono a 800 $, sono fatti loro e non vengano sui gommoni a
scocciarci !