A voi non
so, ma a me - che sono anziano - le settimane libere da ogni impegno
istituzionale mi diventano sempre più care. D'accordo: mi fanno uscire dalla
tensione giornaliera, dall'impeto delle scadenze, dagli obblighi di non
dimenticare. Ma mi aiutano - oltre per il tempo che ho di sistemare le mie
cartelle fisiche e mentali - soprattutto a cercare di cogliere il senso di tutta questa vita sempre sotto pressione.
Sotto pressione
vuol dire in definitiva avere responsabilità;
ma, poi, senza responsabilità, che vita
sarebbe ? Eppure le responsabilità - come i bisogni - hanno una gerarchia:
essere responsabile di terminare un lavoro d'ufficio o d'officina non è la
stessa cosa della responsabilità per i figli piccoli o la responsabilità delle
persone che si affidano fiduciose a noi. Figuriamoci poi se ci poniamo domande
sulla responsabilità di tutta la nostra vita futura ...
La risposa ultima può essere solo
strettamente individuale. E non chiara nemmeno a noi stessi per le sue implicazioni
oscure.
Allora io, questa
estate, voglio chiedere al Signore di aiutarmi a pormi la domanda ultima,
esistenziale ed essenziale. Non quella che a me sembra, ora, essenziale, ma
quella che è essenziale.
E
chiedergli anche di farmi incontrare le persone
che mi aiutino in questa ricerca, perché inviate da Lui.