Lo Stato contemporaneo di tipo costituzionale e democratico,
tende, soprattutto attraverso i media, a presentarsi come La Società Umana. Ciò che
non è controllato dalle sue strutture non è da prendersi in seria
considerazione.
L’idea di base è vicina a quella di Aristotele: solo la
polis è società “perfetta”. I migliori tra i cittadini la gestiscono e i cittadini
condividono questo potere attraverso la democrazia
Ma Aristotele non pensava che la città/stato potesse entrare
negli affari delle famiglie e delle tribù, essendo queste aggregazioni
‘naturali’, previe alla città.
Aristotele riprende anche da Platone, almeno implicitamente,
che i governanti della città ideale sono cittadini buoni moralmente, siano in
definitiva modelli delle virtù riconosciute nella società degli uomini.
All’epoca di Machiavelli /Guicciardini si scinde esplicitamente
ed, ancora peggio, teoreticamente la capacità politica del governante dalla sua
moralità.
Con l’Illuminismo, cambia la morale - rifiuto frontale di
quella cristiana - ma i governanti sono comunque dei ‘puri’ (Robespierre).
Anzi lo Stato, diventato moderno attraverso la
razionalizzazione/accentramento, è – dopo l’eliminazione del ruolo sociale
della religione – il solo luogo pubblico dell’uomo civile e morale.
Ma attualmente, lo Stato “occidentale” non è più l’unico spazio pubblico
dell’uomo civile o meno. È in realtà diventato solo un centro di servizi. Non ha più
una propria “ideologia” . Quella costituzionale, fondata sui diritti umani ma
interpretati ancora in senso tradizionale, quindi solidaristico [quasi
cristiano], diventa sempre più fragile, mentre i diritti individuali
prevalgono, e le scelte individuali (matrimonio gay, rifiuto della
responsabilità sociale d’impresa…) hanno il sopravvento.
È ora che anche la chiesa cattolica riconosca questo dato di
fatto e si consideri parte della società civile.
Portatrice di valori e comportamenti che si propongono non
tanto allo Stato (che non ne vuol sapere e comunque non lo può attualmente perché
non ha più un fondamento morale accettato) quanto ai cittadini in quanto tali.
Si cercherà un visibilità sociale attraverso questi soggetti e non con
l’appoggio dello Stato.
Quindi se uno Stato oggi riconosce i matrimoni gay, e domani
reintroducesse, per es., la tortura giudiziaria, questi fatti andrebbero intesi
come “servizi” richiesto democraticamente (anche se sbagliati moralmente! ).
Visto così però lo
Stato non ha più nulla di sacro. Basta
con la sacralità della Patria, l’Altare della Patria, il sacrificio dei suoi
figli, le cerimonie paraliturgiche…
Gli stessi Diritti Umani se fossero interpretati in questo
senso libertario perderebbero il loro valore di “quasi sacralità trascendente”
che hanno avuto per decenni, anche per noi cristiani.
E se i politici sono corrotti, egoisti, infedeli ecc. questo
non ci toccherebbe più di tanto.
Non sono dei ‘santi
laici’ ma dei semplici impiegati della più grande agenzia di servizi.
Questa mia posizione non sarebbe facile da sostenere pubblicamente,
ma non varrebbe la pena di provarci a svilupparla, almeno come esperimento
mentale e virtuale e per dare ad ogni avvenimento sociale il suo peso specifico
e reale?