Secondo il sito di Transparency International 6 miliardi di persone
vivono in Paesi con seri problemi di
corruzione. Anche metà dei Paesi G20 (le
economie più grandi) sono in questa categoria.
Come è noto Transparency stila una classifica annuale della corruzione
del settore pubblico, corruzione ‘percepita’ da esperti e attraverso sondaggi
di opinione.
Nel 2015 l’Italia era al 61
posto sui 168 Paesi considerati. In una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (molto
pulito) il nostro Paese ha la posizione 44, leggermente migliorata negli ultimi
anni.
Per avere un’immagine più
realistica si tenga presente che la Spagna è al 36 °posto, la Grecia al 58°, la
Francia al 23°. E la Germania al 10°.
Negli ultimi tempi l’opinione
pubblica italiana è particolarmente attenta a questi fenomeni soprattutto per
la continua e spettacolare scoperta di dipendenti pubblici infedeli: dal furto
di alimentari continuato dalle dispense di un grande Ospedale universitario
all’ennesimo scandalo degli appalti sanitari in Lombardia. Si noti che la
Lombardia (10 milioni di abitanti) è la regione trainante dell’economia
italiana.
Nel panorama sociologico internazionale l’Italia è il Paese del cattolicesimo diffuso.
Quanto questo essere “tutti cattolici ma non fanatici” influenzi la situazione di stabile corruttela, non saprei dire ma mi impressiona la sproporzione con la Spagna, pur imputabile di “cattolicesimo diffuso”.
Personalmente non ho opinioni definite o
conoscenze scientifiche precise sull’origine di questo fenomeno, ma non posso
non prendere atto della sua gravità tutta italiana.
Cosa si può dire, dunque, dal punto di
vista etico, sia ‘laico’ che ‘religioso’?
E’ un peccato strutturale e va
combattuto continuamente, su questo possiamo essere d’accordo.
Ma i rimedi ?
Una docente universitaria di Filosofia
Politica in una intervista ad un quotidiano locale ha compiuto in questi giorni
una disamina saggia e competente del fenomeno, distinguendo bene tra l’altro l’aspetto
giuridico da quello etico. E alle domande finali dell’intervistatore risponde
come segue.
Esiste un antidoto ? Nel breve periodo si può
favorire la protezione di coloro che segnalano e permettono di smascherare
reati o casi di malcostume. In che modo ?
In Italia è di recente passata la legge sui ‘whistleblower’, anche qui un
termine inglese, per indicare il lavoratore che, durante l’attività lavorativa
all’interno di un’azienda, rileva una possibile frode, un pericolo o un altro
serio rischio che possa danneggiare altri. E
sul lungo periodo ? Bisogna sradicare alcune logiche perverse ed è un
argomento sul quale stiamo lavorando insieme a ‘Libera’ di don Ciotti e alla
ong di Berlino ‘Riparte il futuro’.
Andando a vedere www.riparteilfuturo.it ci si trova nel mondo di
quelli che fanno sul serio sul campo della lotta alla corruzione pubblica.
La loro azione ha un valore sul piano
legislativo, ma anche uno su quello dell’educazione.
L’educazione morale, quella che dai tempi dei Aristotele si concretizza nelle virtù civiche.
Quello che l’etica, l’educazione etica,
come tale può fare veramente e concretamente è operare affinchè cresca la motivazione personale all’integrità anche
in questo campo. Non solo con nuove regole – l’Italia è seconda a nessuno in
fatto di leggi e regolamenti – quanto con l’apprezzamento delle disposizioni
interiori e la disponibilità a seguirle. Quindi l’educazione abilita ad operare
per acquisire le virtù della giustizia
politica. Un richiamo alle virtù come disposizione interiore ad operare il
bene, acquisita con l’esercizio e il sacrificio.
Vecchia ricetta, clericale e/o
premoderna ?
Ma tutti i teorici e storici dell’Italia Unita, anche i più laici da Edmondo De Amicis al Presidente Spadolini, non hanno sempre parlato di integrità dei politici, di senso civico ? E la Responsabilità Sociale d’Impresa ? Il Presidente Hollande & Co non parlano sempre di morale repubblicana ?
Il rispetto della privacy e delle scelte individuali di vita, tipico della nostra società democratica contemporanea, non può estendersi fino a non ricercare e non apprezzare l’esistenza dell’attitudine interiore all’onestà del vivere in comune.
Ma tutti i teorici e storici dell’Italia Unita, anche i più laici da Edmondo De Amicis al Presidente Spadolini, non hanno sempre parlato di integrità dei politici, di senso civico ? E la Responsabilità Sociale d’Impresa ? Il Presidente Hollande & Co non parlano sempre di morale repubblicana ?
Il rispetto della privacy e delle scelte individuali di vita, tipico della nostra società democratica contemporanea, non può estendersi fino a non ricercare e non apprezzare l’esistenza dell’attitudine interiore all’onestà del vivere in comune.