lunedì 10 ottobre 2016

Eroe di ieri, testimone di oggi

Un cardinale 'francescano' per l'Albania


Il Reverendo Ernest Simoni è nato il 18 ottobre 1928 a Troshani, un villaggio a pochi chilometri da Scutari, in una famiglia profondamente religiosa. All’età di dieci anni entrò nel collegio dei francescani a Troshani, iniziando il percorso di studi per la formazione al sacerdozio. 

Nel 1948, nel pieno delle persecuzioni messe in atto dal regime comunista di Enver Hoxha, 


anche il convento dei francescani venne saccheggiato e trasformato in luogo di tortura per i prigionieri. I frati vennero tutti fucilati, e i novizi espulsi. Aveva vent’anni e fu quindi inviato dal regime a insegnare in uno sperduto villaggio sulle montagne, e qui il suo lavoro di maestro divenne anche e soprattutto un’opera missionaria ed evangelizzatrice. Dopo due anni di durissimo servizio militare (1953-55), concluse clandestinamente gli studi in teologia e il 7 aprile 1956 fu ordinato sacerdote a Scutari. In obbedienza al Vescovo, si incardinò in diocesi, anche se nel cuore rimase profondamente francescano. 



Il 24 dicembre 1963, dopo la Messa di Natale, fu arrestato e portato nel carcere di Scutari, 


in cella d’isolamento. Condannato a morte, la pena fu commutata in 25 anni di lavori forzati. In prigione divenne padre spirituale dei carcerati e loro punto di riferimento. Il 22 maggio 1973 venne nuovamente condannato a morte come presunto istigatore di una rivolta, ma per la testimonianza a suo favore dei carcerieri la condanna non fu eseguita. La sua permanenza in carcere e ai lavori forzati durò in tutto 18 anni, dodici dei quali in miniera. 
Dopo la liberazione nel 1981, fu comunque considerato “nemico del popolo” e obbligato a lavorare nelle fogne di Scutari. Esercitò il ministero del sacerdozio clandestinamente, fino alla caduta del regime nel 1990. 


Da allora ha continuato a servire come umile sacerdote, in tanti villaggi, prodigandosi a riconciliare molte persone in vendetta e a portare la sua testimonianza. 


Testimonianza che commosse profondamente anche Papa Francesco in visita a Tirana il 21 settembre 2014.

[Redazione 'il Sismografo']