Pasqua è una festa cristiana
diffusa in tutto il mondo. In quel mondo dove ci sono, pochi o tanti, dei
cristiani.
Per l’ Occidente, ed i
Paesi influenzati da esso, è una festa grande. Più del Natale? Non saprei. Ma
certo venendo a cadere per l’emisfero Nord in primavera ben si combina con la
voglia di uscire dall’inverno con tutto ciò che vive.
Siamo tutti cittadini, la campagna ci ricorda le formiche e le zanzare
e anche quando siamo ‘amanti della natura' amiamo una natura addomesticata e certificata, come quella dei parchi e quella offerta dalle agenzie turistiche.
Ma in questa Pasqua 2017 leggiamo
e vediamo che nel mondo, dalla Siria, alla Corea, all’Ucraina, al Venezuela le
cose non vanno per nulla bene.
E dappertutto TERRORISMO in una forma di autosacrificio dei protagonisti, per noi incomprensibile e sconcertante.
Per i cristiani le grandi
festività liturgiche richiamano le verità più profonde della vita e direi che
le altre religioni fondamentalmente facciano lo stesso.
La Pasqua a noi parla
della vita e della morte, dell’annientamento della vita e della sua
risurrezione, del trascorrere del tempo non solo astronomico ma anche di quello
della nostra vita. Un ciclo che giorno dopo giorno si avvicina al suo
completamento ed anche alla sua fine.
I cristiani credono che lungo questi passaggi vitali il Signore Gesù ci segua e ci attenda nell’abbraccio finale.
Per questo, in questa Pasqua
2017, non possiamo rifiutare l’abbraccio nostro per chi ha bisogno di tante
cose, ma soprattutto proprio di noi.