Questo termine ricopre, di fatto, tutti i tipi di
associazione umane che non siano statuali, o pubbliche in senso giuridico.
È attraverso essa, la società civile, che le persone possono
esprimersi al meglio, come anche le loro aggregazioni spontanee di ogni tipo.
Oggi, dove l’opinione pubblica è dominata fondamentalmente
dai social, dove molti (o spesso
troppi ?) partecipano al dibattito in pubblico, non è facile farsi valere senza
usare teatralità, manipolazioni e quindi denaro.
Ma non tutto è perso. Soprattutto per i movimenti che hanno
deciso per il percorso bottom up, che
nascono dal basso, quindi. E nascono e crescono, perché hanno buone idee, buone
finalità, buoni mezzi, e buoni leader.
Dove con buoni si
intende buoni moralmente, perché
rispondenti al bene umano.
Quindi, dopo aver rinunciato alla paura di fronte allo Stato,
istituzione moderna tendenzialmente totalizzante, si presenta a molti la possibilità
di sviluppare i propri talenti, le proprie capacità, per sé stessi ma anche in
favore della comunità nella quale si vive.
Senza legami ed incentivi statuali, e soprattutto senza
pretese di controllo da parte statuale sulla nostra vita più intima. O meglio
con un minimo di legami pubblici, nel
senso imposti per legge dallo Stato.