Se leggiamo le statistiche sulla persecuzione dei cristiani
nel mondo come le presenta
ci rendiamo conto di quanto sia esteso e profondo il fenomeno.
Calcolando che i cristiani nel mondo sono ca. 2 miliardi,
cioè 2000 milioni, vediamo che un cristiano su 8 ha subito persecuzione nel 2018. Parliamo quindi di ben
245 milioni. Anche considerando che la popolazione totale mondiale è di quasi 8 miliardi a settembre 2019, 245 milioni di perseguitati sono pur sempre una fetta
consistente. A questi vanno poi aggiunte anche altre religioni che vengono a loro volta perseguitate ed oppresse.
Questo ci fa subito pensare che anche noi cristiani nel
passato - secondo i parametri moderni e non solo quelli - abbiamo perseguitato altre
religioni. Ma abbiamo imparato, credo, a non farlo più. Per tanti motivi, forse
anche perché il cristianesimo vive soprattutto in società profondamente secolarizzate.
E la riflessione successiva è quella di constatare che noi cristiani
non perseguitati ci occupiamo poco che fratelli che lo sono in Asia (e non solo
in Cina ed Indonesia), in Africa, ma anche in America centrale (Messico e Cuba,
ad es).
Giovanni Paolo II diceva che il diritto alla libertà religiosa
è il primo e più fondamentale dei diritti umani. Penso che avesse ragione perché
è il diritto ad esercitare la propria libertà sulla cosa più preziosa che possediamo:
il senso ultimo che vogliamo dare alla nostra vita presente e a quella futura.